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Nino Savastano

CONSIGLIERE REGIONALE

Nino Savastano

CONSIGLIERE REGIONALE

Nino Savastano

Consigliere Regionale

Autonomia differenziata: il Consiglio Regionale ha approvato la deliberazione per la richiesta di indizione del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata

Autonomia differenziata: il Consiglio Regionale ha approvato la deliberazione per la richiesta di indizione del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata

Una riforma che divide il paese e che aumenta le diseguaglianze

Il Consiglio Regionale della Campania ha approvato la deliberazione consiliare per chiedere, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, l’indizione del referendum abrogativo della Legge 26 giugno 2024 n. 86 “cd Calderoli”, attuativa dell’autonomia differenziata delle Regioni a Statuto Ordinario.

Nella stessa seduta, l’Assemblea ha approvato la deliberazione per richiedere un referendum abrogativo di alcuni commi degli articoli 1,2,3,4, attinenti alle materie o ambiti di materie riferite ai LEP della stessa Legge n.86.

La Campania è, dunque, la prima delle cinque regioni a richiedere il referendum abrogativo della Legge di iniziativa del Governo con la quale si prevedono le procedure per l’attuazione del regionalismo differenziato.

A presentare e depositare la richiesta di referendum sarà il Presidente del Consiglio Regionale della Campania Gennaro Oliviero (supplente sarà il Presidente della I Commissione, Giuseppe Sommese) a seguito della relativa designazione da parte dell’Assemblea legislativa campana.

Dichiarazione del Vicepresidente della VI Commissione regionale permanente Politiche sociali, Nino Savastano:La legge sull’autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario non rispetta l’unità ed indivisibilità della Nazione, aumenterà i divari di benessere tra comunità, cittadini e imprese, discriminando, nelle 23 materie oggetto del regionalismo differenziato, i cittadini nell’offerta dei servizi pubblici come sanità, istruzione, trasporti e assistenza sociale, tutela e sicurezza del lavoro, ecc. Si aggiunga che i servizi saranno oggetto secondo la riforma costituzionale ad una trattativa bilaterale, in cui conta il potere contrattuale della singola regione e l’orientamento politico del governo in carica, senza che il Parlamento possa interloquire, così frammentando temi cruciali come l’energia, le infrastrutture ecc. Inoltre, la così detta Legge Calderoli, sottraendo risorse fiscali a danno delle Regioni con minore capacità di gettito, non definisce né finanzia i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) per tutti i cittadini del Paese, favorendo le regioni del nord e accentuando il divario tra aree del Paese. In definitiva, nei prossimi anni assisteremo all’accentuarsi dell’emigrazione verso nord, soprattutto dei nostri giovani. Ad esempio, sulla salute avremo che le regioni con più risorse potranno erogare più prestazioni e questo accentuera’ l’emigrazione sanitaria oltre che la maggiore spesa delle Regioni del sud; sull’istruzione avremo programmi scolastici differenziati e soprattutto differenze salariali che spingeranno i nostri insegnanti verso le scuole del nord. In definitiva, la riforma costituzionale spacchera’ l’Italia in due e non servirà nemmeno al Nord del Paese, perché aumenterà il gap di infrastrutture del Mezzogiorno e la sua economia, sottraendo al nord una quota rilevante della domanda di beni e servizi e rendendo l’Italia meno competitiva in Europa e irrilevante nel mercato globale. Per questo è necessaria una grande mobilitazione popolare, senza steccati politici ed ideologici e senza confini geografici, per cancellare una legge ingiusta, che divide la Nazione, impoverisce il Paese e aumenta le diseguaglianze e che, soprattutto, sancisce la definitiva rinuncia da parte dello Stato repubblicano ad assolvere al primario dovere costituzionale di garantire a tutti i cittadini pari diritti e dignità sociale a prescindere da dove si nasce.”